Il trilemma della scalabilità (pt.2)
Nel corso degli anni si è pensato a soluzioni per rafforzare quella caratteristica che andava a discapito delle altre due.
Poniamo l’esempio di Bitcoin.
La dimensione dei blocchi è uno dei punti che limita la scalabilità.
Perché allora non aumentare semplicemente la dimensione dei blocchi?
Questo è stato il dibattito che ha causato il fork e la nascita di Bitcoin Cash ovvero, metà del network voleva che la dimensione del singolo blocco venisse portata ad 1GB, mentre l’altra restante voleva mantenere le dimensioni attuali, ovvero di 4MB.
Se ci pensiamo un attimo, come visto prima, una delle forze maggiori della blockchain Bitcoin è la sicurezza. Questa è dovuta dalla possibilità di qualsiasi utente di scaricare facilmente sul proprio computer l’intero registro di transazioni (che pesa circa sui 300GB), diventando così un nodo.
Con l’aumento del peso di ogni singolo blocco andrebbe ad aumentare il peso complessivo di tutta la blockchain rendendo più costoso in termini di hardware, copiare sul proprio computer l’intera catena.
Causa per cui, aumentando il limite dei blocchi si aumenterebbe la scalabilità ma si andrebbe a perdere in sicurezza e decentralizzazione.
Coloro rimasti fedeli al progetto iniziale, arrivarono ad una soluzione: il Lightning Network
Esso consiste in una side-chain (catena laterale) o meglio, in un secondo livello dove verranno effettuate molteplici transazioni tra due e più parti.
Di tutte queste transazioni si andrà a scrivere sulla Main-Chain (catena principale) solamente l’inizio, ovvero quanti soldi avevano inizialmente le contro parti, e la fine, quanti soldi hanno dopo le transazioni.
Questo andrebbe senza ombra di dubbio ad alleggerire il flusso di transazioni sulla catena principale aumentando la scalabilità e riducendo i costi di transazione.
Tuttavia questa soluzione presenta ancora dei limiti come ad esempio la soglia massima di 0.16 btc per canale. C’è anche da dire che stiamo vivendo la fase di sviluppo e proprio in questi giorni è stata lanciata la beta di una modifica chiamata “Wumbo” che ha come obbiettivo rimuovere questo limite.
Etherum
Anche Etherum non è stato a guardare, dichiarando di voler passare dalla Proof-of-Work alla Proof-of-Stake con Etherum 2.0.
Cambiamento che andrà di gran lunga a migliorare la scalabilità riducendo così anche i consumi legati all’elettricità che il mining comporta.
Lo staking minimo fissato per diventare validatore, il corrispettivo del miner sulla PoW, è fissato a 32eth.
Anche per questo progetto, è già partita la fase di test su una Testnet denominata Medalla.
Gli sviluppatori stanno testando che tutti funzioni correttamente e, in caso contrario, si occuperanno di risolvere eventuali falle.
Se questa sarà la soluzione finale non si sa, poichè il mondo blockchain e cripto è tutt’altro che prevedibile!
A dimostrazione di questo voglio parlarvi di un altro progetto che reputo altamente interessante.
Si presenta come la blockchain in grado di risolvere una volta per tutte il trilemma della scalabilità.
Sto proprio parlando di Algorand!
Algorand
Questa idea è stata progettata da una figura di rilievo in ambito informatico e criptografico.
Silvio Micali, palermitano e vincitore del premio Turing (l’oscar in ambito informatico) dichiara di aver risolto una volta per tutte il trilemma della scalabilità creando un sistema allo stesso tempo sicuro, decentralizzato e scalabile.

Questo è possibile grazie al protocollo utilizzato, definito dallo stesso Prof.Micali “Pure Proof-of-Stake”(PPoS).
La proof of Stake, a differenze della Proof of Work che premia i miner onesti sono dopo aver svolto un calcolo computazionale, ha dei validatori, che mettono a rischio appunto il proprio stake (i loro fondi) nel momento della creazione e validazione di un nuovo blocco.
Ovviamente un validatore è incentivato ad essere corretto altrimenti andrebbe a perdere tutti i propri fondi.
Su Algorand il validatore viene scelto in maniera randomica e chiunque sia in possesso almeno di un algo (la criptovaluta utilizzata in questa blockchain) può diveltarlo.
La probabilità di essere scelto, come d’altronde la rilevanza del proprio voto, è direttamente proporzionata alla quantità di algo posseduti.
Si perché la creazione di un nuovo blocco è diviso in tre parti:
- L’algoritmo sceglie randomicamente un validatore che a sua volta sceglie il blocco da validare.
- Una volta scelto, l’algoritmo prende sempre in maniera casuale un numero di nodi, con il compito di verificare se i dati contenuti all’interno del blocco scelto sono corretti.
- Se per la maggior parte dei nodi le informazioni corrispondono, il blocco viene propagato al resto del network.
Tutto questo avviene nell’arco di pochissimi secondi e la scelta casuale dei validatori è proprio il fattore che rende sicuro questo network.
Infatti, l’unico modo per violarlo, sarebbe avere più del 50% dei membri con intenzioni malevoli.
Questa visione non solo risulta poco plausibile, ma andrebbe a danneggiare drasticamente la fiducia da parte dei restanti membri onesti, che andrebbero ad abbandonare la piattaforma, facendo crollare il valore della valuta stessa.
Si crea un sistema, dunque, dove anche chi avesse cattive intenzioni, avrebbe sicuramente maggiori profitti comportandosi correttamente.
Un mondo di tante Chain
Infine, c’è chi pensa che in un futuro, non si debba per forza arrivare ad un’unica blockchain valida per tutto, ma cambiare piattaforma in base alla propria esigenza.
Se si volesse, ad esempio, effettuare una vendita di un appartamento che rispetti determinate condizioni, si andrebbe ad utilizzare Etherum, se volessimo fare una transazione di alto valore in totale sicurezza utilizzeremo Bitcoin, se volessimo pagare il panificio sotto casa utilizzeremo Tether o aprire un canale su Lightning Network e così via!
Ovviamente sono solo esempi, e se si tende a pensare un mondo del genere, quello che semplificherebbe maggiormente il tutto sarebbe l’interoperabilità tra le varie blockchain, ovvero la capacità di interagire e comunicare tra loro in maniera affidabile.
Questo è un discorso tanto complesso quanto interessante e già molti progetti, come ad esempio Cardano, ci stanno lavorando!
Con questo abbiamo terminato questi due lunghi e spero interessanti articoli, come ormai di mia consueta abitudine ti lascio con il mio agurio:
Voglio che tutto ciò ti serva da ispirazione, la blockchain è un mondo in continua espansione e sviluppo. Il mio consiglio? Non fermarti mai e continua a fare ricerche!
Un’ultima cosa. Non sai quanto importante siano per me i tuoi feedback, fammi sapere che ne pensi! Hai ritenuto l’argomento interessante? Cosa ti piacerebbe approfondire nei prossimi post? Scrivi i tuoi feedback e le tue idee nei commenti. E per finire, Keep in touch e non perderti gli altri articoli!
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